Ragusa Ibla – Locanda Don Serafino
Fresco di riconferma della stella Michelin locanda Don Serafino accoglie i viaggiatori che arrivano ai piedi di Ragusa Ibla.
L’ingresso è semplice e curato in perfetto stile siciliano, ma solo dopo varcata la soglia ci si addentra nel cuore della Sicilia; letteralmente dal momento che il locale è scavato nella roccia sulla quale fonda il borgo. Due sale con i soffitti più alti ospitano i tavoli rotondi maestosi con i tovagliati bianchi, ma contemporaneamente moderni nella mise en place minimale.
Scendendo di un piano si raggiunge “la camera dei segreti”: la cantina, anch’essa scavata nella roccia, nella quale Carmelo il sommelier custodisce gelosamente i suoi tesori. Più di 1600 etichette che le valgono il titolo di cantina più estesa della Sicilia.
Tutte le promesse fatte a primo impatto dalla location sono assolutamente mantenute dalla cucina di Vincenzo Candiano. Dal 2002 Chef della Locanda propone una cucina sincera che fonda le sue origini nella sicilianità più pura, che però è riuscita a rimanere al passo con i tempi.
Nel percorso degustazione “Locanda” è subito chiaro che la sua cucina è allo stesso tempo complessa e divertente esattamente come le entratine di benvenuto: dove la rivisitazione degli spaghetti al pomodoro e la pallina di caprino al cioccolato e olive richiedono una riflessione del palato, mentre il cannolo di faraona e il finto gelato alla norma stuzzicano e divertono!
Anche le materie prime più povere diventano prelibati piatti nelle mani dello chef che stupisce con una triglia, carote e salicornia celebrazione del vicino litorale ragusano. Il secondo antipasto è un tripudio di sicilianità vera, contadina, in cui la cucina delle nonne incontra le moderne tecniche di cottura: così il coniglio alla “stimpirata” richiama alla mente i sapori e profumi dell’infanzia.
I primi solo la colonna portante del menù (lo chef sceglie di farcene assaggiare due) e ancora il classico e il moderno si fondono in una giostra di sapori. Il risotto acquerello con sardone affumicato, cuore di pomodoro fermentato, citronella e alga spirulina destabilizza il palato e lo accompagna verso nuovi orizzonti! Subito dopo gli spaghetti freschi neri con ricotta, ricci e seppia confortano i viaggiatori con sapori conosciuti declinati in chiave moderna.
Il secondo è una solida certezza, la pancetta di maiale cotta a bassa temperatura fa riaffiorare nuovamente l’anima contadina, mentre l’accostamento con chinotto, ravanelli e il torrone salato alla paprika riaffermano le contaminazioni moderne.
Il predessert pulisce la bocca con le note acide del sorbetto di fichi d’india con melone al ginger beer e salsa di susine rosse. A questo punto il viaggio si conclude con i desert entrambi elogio alla Sicilia, mentre la tecnica del finto limone con gelato di mandorle rivela l’influenza dei maestri pasticceri francesi.
Ottima anche la piccola pasticceria, magari da accompagnare con uno dei distillati proposti.
Un Riesling alsaziano, consiglio del sommelier, ci ha piacevolmente accompagnato per tutta la cena.
Il servizio e l’accoglienza sono appannaggio di Gabriele: il maitre, che come una guida esperta interpreta i desideri dei commensali e li accompagna lungo il viaggio.
La Locanda propone diversi percorsi che vanno da 65€ a persona sino a un massimo di 165€ con possibilità di abbinare la degustazione dei vini.
L’esperienza vale il viaggio! Consigliatissimo!