Nicolosi – Osteria Garibaldi
Se per caso un sabato di gennaio, in una Sicilia insolitamente gelata, vi svegliaste con la voglia di porcini, non temete la soluzione esiste.
Alle pendici dell’Etna, nei paesini appoggiati sulla montagna si nasconde chi potrebbe accontentare le vostre inspiegabili voglie.
Un posto a caso? L’Osteria Garibaldi a Nicolosi.
All’ingresso già si respira tradizione e la pietra lavica la fa da padrona.
Il ristorante è caratteristico diviso in due sale una costruita con la classica pietra, l’altra con le pareti rivestite in legno, in generale l’ambiente è caldo e accogliente. Colpisce una mise en place semplice, ma curata; con dei bicchieri davvero carini (qualcuno si intravede dalle foto) su cui un po’ stona il copritovaglia in carta (che però acquista il suo senso durante il pasto).
Su ogni tavolo il biglietto da visita di ogni ristorante: il menù. Che in questo caso è stampato su un singolo foglio, con poche proposte tutte di prodotti tipici e quasi tutti di stagione (i porcini saranno surgelati, ma questo a gennaio dovevate metterlo in conto da subito), sul retro una dichiarazione che si conclude all’incirca così “se avete premura questo non è il posto giusto per voi“. Semplicemente a sancire che i prodotti espressi hanno un costo che non si paga in soldi, ma in pazienza.
Noi siamo stati capaci di armarci della pazienza necessaria per cui ordiniamo: un “finto arancino” ai funghi servito con accompagnamento di funghi trifolati e una grigliata mista per due. Su consiglio del cameriere mezzo litro di Nerello Mascalese della casa che ha retto il confronto con i cugini imbottigliati.
Il finto arancino è ottimo. Frittura croccante e asciutta che racchiude un impasto morbido di patate ripieno di porcini. Saporito ed equilibrato l’accompagnamento di funghi trifolati. La dimensione è abbondante e va bene per due persone.
Dopo un’attesa giusta viene servita la grigliata che ha come piatto da portata una tegola incandescente.
L’odore di carne arrostita si diffonde per la sala, mentre lo sfrigolante ed estroso piatto sparge piccole proiezioni di olio sull’ambiente circostante, ed ecco spiegato il perchè dei copritovaglia.
Al primo morso di carne si può, onestamente, perdonare la tovaglia senza contare che grazie alla tegola la carne rimane succosa e calda sino all’ultimo pezzo. Carne di qualità, nota di merito alle cipolline (per i non siciliani sono dei cipollotti freschi arrotolati nella pancetta e arrostiti). Ottimi anche i contorni di verdure grigliate e le patate arrosto.
Per sgrassarci la bocca ordiniamo il un sorbetto con crema di limoncello, purtroppo ci viene servito un prodotto surgelato preconfezionato, quindi niente di degno di nota. Peccato perchè è davvero l’unica nota storta del pranzo.
Il servizio è attento e caloroso.
Prezzo fascia media si attesta intorno ai 25-40€ per persona (considerando le portate e i vini a disposizione) congruo per la qualità del prodotto servito.
Sicuramente consigliato!
Se poi non avete fretta e passeggiate per il paesino a soli 300 m si trova il museo vulcanologico VolcanoHouse, dedicato alla storia e alla comprensione dell’Etna. Lì potrete capire perchè i siciliani (e in particolare i catanesi) siano così affezionati alla loro “Montagna” e come facciano a conviverci in un perenne equilibrio fondato sul rispetto e timore.
Il museo prevede una visita guidata con visione di filmati e spiegazioni dettagliate e precise. La struttura è privata, nonostante questo non si paga un biglietto di ingresso, ma il sostentamento è affidato al buon cuore dei visitatori!
Il museo è fornito anche di un’area ristorazione che potrebbe essere una prossima tappa.