Cose che ci piacciono

In treno alla scoperta dell’Oro Verde: il Pistacchio Verde di Bronte DOP

Il treno è uno dei miei mezzi di locomozione preferiti. Corre tra i paesaggi, dove solo lui può andare, lasciando indietro i pensieri. Se poi quel treno risale a più di mezzo secolo fa e, sbuffando, scala le pendici dell’Etna verso Bronte allora è certamente il mio mezzo di locomozione preferito.
Cosa ci fanno i Quadernini su un treno molto più vecchio di loro che corre verso le punte dell’Etna?!
Stanno partecipando a “I Treni Storici del Gusto” meravigliosa iniziativa creata dalla sinergia di Fondazione FS, Slowfood Sicilia e Regione Siciliana, Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo: 23 itinerari, altrettante mete, tanti posti da scoprire e moltissimi presidi Slowfood da assaggiare!!! [Tutti i dettagli li trovate su questa pagina Facebok]
Noi siamo anticonvenzionali e partiamo dalla fine: itinerario 23 “Il treno del pistacchio e delle colture etnee”!
Una salita lungo la ferrovia Circumetnea dal livello del mare sino a quota 800 m. alla scoperta dell’Oro Verde, dei suoi luoghi, delle persone e della ricchezza che questo frutto ha portato alla Sicilia intera.
Arrivati a Bronte l’afa sparisce lasciando spazio a una brezza montana così tra fresco e meraviglie architettoniche inizia il percorso alla scoperta del famoso frutto verde.
  
Si parte con il laboratorio del gusto le proprietà organolettiche del pistacchio spiegate con metodo e semplicità dalla dottoressa Anastasia De Luca: è pistacchio di Bronte solo se ha il caratteristico colore verde, ricoperto da una pellicina viola brillante e una forma allungata. Ora abbiamo imparato a diffidare delle imitazioni, anche perchè il bouquet aromatico (per nulla acido in gola) è davvero difficile da dimenticare!
 

Tutte caratteristiche che provengono non solo dalla tipologia di pistacchio, ma dalla terra apparentemente arida e inospitale dell’Etna. Quella terra che pretende di giocare ad armi pari, senza mezzi meccanici e trucchetti di concime. Si raccoglie un anno si e uno no (solo in quelli dispari) per non sfruttare troppo le piante, si raccoglie a mano arrampicati sulla roccia lavica in terreni che non sono mai pianeggianti con un sacchetto appeso al collo perché si deve avere una presa ben salda per non cadere rovinosamente a terra. Nella foto sotto le gemme del raccolto del prossimo anno.

L’Etna non fa mai sconti! Così si deve giocare al suo gioco, ma se si gioca bene regala piccoli diamanti verdi. Frutti che costano come gioielli perché nascono dalle sapienti mani di chi conserva il segreto e la fatica della coltivazione del pistacchio sulla terra lavica.

La visita alla azienda Pistacia Etna Bio specializzata nella produzione del pistacchio su scala artigianale permette di colmare un’enorme lacuna: ma che faccia hanno le piante di pistacchio?!
Finalmente so che quelle buffe piante, che stanche si accasciano verso terra resistendo alla siccità e alle temperature proibitive, di una terra arida fatta di pietre laviche, producono una delle tante meraviglie gastronomiche di questa terra.
L’Etna non fa sconti neanche alle gite enogastronomiche e sotto un acquazzone estivo si fa tappa a Randazzo per incontrare l’Ambasciatrice della Granita Siciliana nel Mondo: Giovanna Musumeci. Che nella pasticceria di famiglia a Randazzo ha deciso che doveva sostenere il bello e il buono attraverso la gelateria. Credetemi se vi dico che la simpatia e l’energia contagiosa di Giovanna, oltre che i suoi gelato e le sue granite, valgono davvero il viaggio sino a Randazzo.
Complimenti a tutti gli organizzatori per la giornata veramente da ricordare! Grazie a Slowfood Sicilia per il lavoro che fa nel proteggere e preservare questa inestimabile ricchezza del nostro territorio.
Ora via di corsa a scegliere la prossima meta da scoprire a bordo dei Treni Storici del Gusto!